L'ORDINE DELLE BANDIERE


Laura Boldrini a Eugenio Scalfari (La Repubblica del 2 febbraio): "La bandiera europea deve venire per prima; quella nazionale è importante ma viene dopo. E gli inni. Mameli va benissimo, nella nostra storia come la Marsigliese è la storia della Francia, ma l'Inno alla Gioia è l'Europa e deve essere suonato per primo in tutte le pubbliche circostanze". E invece, come funziona? 

Un riferimento tanto autorevole all'ordine di precedenza tra le bandiere non può che far bene a una materia così raramente considerata meritevole di attenzione: basta passare davanti a quasi qualsiasi scuola (nonché a moltissimi anche titolati edifici pubblici) per vedere penzolare vessilli malmessi e tristanzuoli. La cura per gli oggetti testimonia il diffuso disinteresse.

Ne approfittiamo (senza entrare nel merito) per ricordare sommariamente la normativa vigente. 

Cominciamo con la Legge (D.P.R. 121/2000, art.2): 1. La bandiera nazionale e quella europea, di uguali dimensioni e materiale, sono esposte affiancate su aste o pennoni posti alla stessa altezza. 2. La bandiera nazionale occupa il posto d'onore, a destra ovvero, qualora siano esposte bandiere in numero dispari, al centro. 3. La bandiera europea anche nelle esposizioni plurime occupa la seconda posizione.

Per carità di patria sorvoliamo il comma 1 (le bandiere Italiana ed europea non stanno sempre sistemate come descritto nemmeno al Quirinale, figurarsi quanto può venir presa sul serio la norma altrove) e ci limitiamo a leggere il 2 e il 3: sembrerebbe aver ragione la Presidente della Camera, che pur avendo parere diverso ricorda come il Tricolore venga comunque prima della bandiera Europea.

MA. Ma come si legge sul sito della Presidenza del consiglio la cosa risulta non corrispondere al vero, almeno in parte. Infatti (presumibilmente ex Art. 11 della 121/2000: Sono fatte salve le regole, anche consuetudinarie, del cerimoniale militare e di quello internazionale) esistono circostanze nelle quali il tricolore "Cede la posizione centrale alla bandiera europea e la bandiera ospite occupa la prima posizione a destra".

In altri termini, quando si tratta di paesi aderenti all'U.E. la bandiera europea precede quella italiana già adesso, senza bisogno d'altro, e sarebbe auspicabile che lo stesso succedesse negli altri Paesi dell'Unione (dove, un po' come da noi ma non per mancanza di attenzione, se ne vedono di tutti i colori); la questione, piaccia o no, non è nel nostro disponibile.

La verità è semplice e bruttina: l'indifferenza (come l'ignoranza) è una cattiva consigliera in tutti i campi, e in Italia come stiano messe le bandiere fa notizia solo in casi clamorosi. Non a caso spesso vengono accostate alla più popolare questione dell'inno (piace, non piace, si canta, non si canta), che comunque difficilmente - dal punto di vista delle precedenze di esecuzione - potrebbe esser fatto oggetto di norme diverse dalle esistenti solidissime consuetudini sportive. Peraltro, non sempre quello suonato per primo "precede".

Infine, un pensiero va all'altro inno citato in premessa. Da questo punto di vista i Francesi possiamo soltanto invidiarli: se è teoricamente possibile che per decreto Il canto degli Italiani venga posposto, perfino sostituito dall'Inno alla gioia (o dal Va pensiero), uno stadio che rinuncia a cantare la Marsigliese è ipotizzabile solo in un romanzo distopico.

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