L'INNO DI MEZZO MONDO.


29/04/2016

Edito per il grande pubblico nel 1745 sul The Gentleman's Magazine col nome di “God Save Our Lord the King”, il testo cambia. Ha salvato il Re, e dal 1952 salva Elisabetta II: "God Save the Queen", come solo un'altra volta nella storia era capitato, con la Regina Vittoria (1837-1901). Prima o poi, improbabili imprevisti esclusi, dovrebbe tornare al maschile.

La musica è sempre la stessa, certo, e in più occasioni di quanto si immagini: prima di Inghilterra-Liechtenstein, durante le qualificazioni agli Europei di Calcio del 2004, è stata suonata due volte (sì, la stessa melodia) e l'identica curiosa circostanza tornerebbe a ripetersi se domani, in amichevole, il Liechtenstein incontrasse l'Irlanda del Nord.

Perché Inghilterra, Irlanda del Nord (curiosamente, quest'ultima, visto che Galles e Scozia ne usano un altro) e Liechtenstein hanno lo stesso inno; identico anche nel testo le prime due, diverso la terza, ma la banda, evidentemente, non può che eseguire il medesimo spartito (per chi se lo stia chiedendo, quando giocano Inghilterra e Irlanda del Nord viene suonato una sola volta).

Quinto Campionato mondiale di calcio, 20 giugno 1954, ore 17, Berna, Inghilterra-Svizzera. Davanti a 50.000 spettatori, prima del calcio d'inizio, di nuovo due volte lo stesso inno: la Confederazione elvetica avrebbe rinunciato alla musica reale inglese solo nel 1961 (“Ci chiami, o Patria”, recitava la versione italiana).

Deutschland über alles? Nein! Anche lì le note dell'inno della perfida Albione. Tutto comincia nel 1795, quando la musica diventa inno reale di Prussia. Poi si espande: inno di Baviera (“Heil unserm König, Heil!”), Sassonia (“Gott segne Sachsenland”), Hannover (“Heil dir, Hannover”), Oldemburg (“Heil dir, o Oldenburg”). Alla fine, inno tedesco (lo sarà fino a Weimar).

Durante il regno di Ottone (1832-1862), la melodia (importata dalla Baviera, il nuovo Re era di quelle parti) venne usata come inno greco. GRECO. Dal 1816 al 1833 fu addirittura inno imperiale russo (Molitva russkikh, “Preghiera dei Russi”), e dal 1805 al 1844 inno reale svedese (Bevare Gud vår kung, “Dio salvi il nostro Re”).

Dal 1906 (incoronazione di Haakon VII e della Regina Maud, principessa reale britannica) è inno reale - da non confondere con l'inno nazionale - della Norvegia, musica con la quale anche quest'anno si è aperto il messaggio di Natale alla nazione di Harald V (quello della presunta mancata stretta di mano a Renzi).

E' stato, ancora, inno islandese fino al 1944; delle Hawaii indipendenti (1795-1893); degli Stati Uniti (insieme a Hail, Columbia) tra il 1831 e il 1931, anno di adozione di "The Star-Spangled Banner"; e naturalmente di Australia (fino al 1980), Nuova Zelanda (fino al 1986) e mezzo altro mondo: tra Commonwealth e altri, un'ottantina di Stati più o meno.

Da ultimo (non poteva mancare) Giuseppe Verdi. In occasione dell’EXPO di Londra del 1862 gli fu chiesto di comporre musica di festa. Ne uscì l'"Inno delle Nazioni", che combina God Save the Queen, la Marsigliese e Fratelli d'Italia. Il Maestro per far quadrare il pezzo fu costretto ad "adattare" il tempo dell’inno inglese (gli altri due condividono la medesima ritmica), e la cosa non fu gradita oltremanica. Fra le critiche feroci che piovvero sulla composizione, memorabile quella "formale": né la Marsigliese né Fratelli d’Italia erano, allora, inni nazionali.

(Grazie a Gianfranco Giancaterino).

 

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