LA CANOTTIERA


L'origine del termine canottiera (la magliettina scollata e senza maniche che tutti abbiamo indossato da bambini sotto la camicia e il golf e che oggi fa ciclicamente notizia quando tra i sudori dell'estate appare indosso a qualche personalità della politica o dello spettacolo) sembra derivare dall'essere stata da subito - in italia - indumento di chi pratica canottaggio; la leggenda ne attribuisce l'invenzione al generale norvegese Henrik Brun, che negli anni trenta ebbe a ricavarla da una rete da pesca.

Qualche tempo fa il prestigioso Times di Londra si scomodava a spiegare che presto la canottiera sarebbe sparita dagli scaffali dei grandi magazzini e dei negozi, complice un vertiginoso calo delle vendite probabilmente determinato (anche...) dalla frustrazione di mogli e fidanzate, stufe di vederla indossata con malagrazia dai loro compagni, malauguratamente privi dei necessari atout fisici...

L'estate scorsa, i leghisti hanno festeggiato tre lustri di canotta: tanti sono gli anni trascorsi dal celebre sbarco del '94 a Porto Cervo del leader del movimento in canottiera per un incontro con il premier. Esperti ed analisti vollero vedere in quella ostentazione l'espressione genuina di una forza politica autenticamente popolare, con il pensiero rivolto più a Gian Maria Volonté di La classe operaia va in paradiso che a Renato Salvatori e Maurizio Arena di Poveri ma belli (forse non senza un certo snobismo intellettuale).

I fautori della canottiera tirano fuori esempi mirabili e autorevolissimi di atleti, attori, politici che si sono lasciati fotografare indossandola senza tema di sfigurare. Da Marlon Brando e Clark Gable a Robert De Niro, Al Pacino e Bruce Willis, il cinema americano è pieno di canotte memorabili indossate con coraggiosa e compiaciuta naturalezza da fisici fuori classifica. Meno edificanti gli esempi del cinema nostrano. Su tutti la straordinaria tenuta da tennis di Fantozzi nella partita contro Filini.

Quanto ai politici, la fotografia di Mussolini in canottiera durante la celebre campagna del grano campeggia su tutti i manuali di storia della scuola secondaria superiore. E quella indossata da Craxi durante il congresso del 1991 a Bari fece rabbrividire la Milano da bere. Senz'altro più miti, ma non meno brillanti nella loro immediatezza comunicativa, le canottiere di Ciriaco De Mita e Remo Gaspari, messe in mostra a beneficio dei fotografi negli stessi anni.

Sempre dagli States l'esempio che avrebbe potuto chiudere ogni polemica: la canottiera chiaramente visibile sotto la camicia del Presidente Barack Obama (anche d'estate) è un esempio di sobrietà, tenuto conto delle temperature polari cui sono costretti gli americani nei loro alberghi e uffici-freezer all'aria condizionata. Tutto bene se non fosse che tristemente in canottiera appare sempre Homer Simpson, tutt'altro che un esempio di bon ton. Detto questo, e salvi i comportamenti personali (noi non la mettiamo, ecco) azzardiamo, per lui, un piccolo decalogo della canottiera.

1.      Colorata: no;

2.      Traforata: no;

3.      Ostentata: no;

4.      Firmata: no;

5.      A costine: no;

6.      Bianca: sì;

7.      Liscia: sì;

8.      Nascosta: sì;

9.      Invernale: sì;

10.    Invisibile: sì.

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