IL DOPOCENA IN CASA


07/12/2015

In un quotidiano che tende a ridurre ogni spazio non occupato da attività lavorative o di sopravvivenza urbana, l'organizzazione del tempo libero assorbe energie preziose.

Non va più di moda come dieci anni fa, ma continua a funzionare, perché se è vero che nel nostro tempo frenetico e informale è pressoché scomparso dal sentire comune l'obbligo di restituire un invito a tavola posta, un dopocena consente di "sdebitarsi" con molte persone contemporaneamente.

Poche le regole da ricordare.  

1) L'ora dipende dalla latitudine, ma un orario mediamente giusto sono le 21,45. Prima è presto per non offrire una cena vera e propria; dopo, considerato fisiologico un ritardo negli arrivi di 15 minuti, si potrebbe far tardi. Vietato arrivare prima (privilegio degli intimi, eventualmente coinvolti nella preparazione dell'evento); fortemente sconsigliato giungere in orario.

2) Gli inviti rigorosamente informali, dal telefono a qualsiasi tipo di messaggeria. Quanti farne dipende essenzialmente dagli spazi che si hanno a disposizione, ma meglio uno in più che uno di meno, e va benissimo che le persone siano anche molto diverse tra loro. Non è infrequente invitare indirettamente attraverso conoscenze comuni ("Dillo anche a Paperino").

3) Imbucarsi a un dopocena è consentito, basta passare per la complicità di un invitato ("Avevo preso un impegno con Gastone Paperone". Risposta inevitabile: "Bene! Venite tutti e due". Chi ha confidenza può anche essere più diretto: "Posso portare Paperoga?"). Non tutti concordano, ma noi troviamo anche questa una indispensabile semplificazione della vita sociale.

4) Arrivare a mani vuote meglio di no. La cosa perfetta resta il vino (anche una bottiglia; due sono indispensabili solo nel caso di una cena seduti); le bollicine vanno sempre bene, ma costringono ad arrivare non tardi, per evitare il rischio di vederle sprecate sui i dolci. Sì alla piccola pasticceria (mentre una torta è preferibile previo accordo con il padrone di casa).

5) Small talk. Il parlare semplice. Passa più o meno inosservato anche il timido o il silenzioso, perché la conversazione di solito si svolge e sviluppa saltellando tra gruppetti di due/tre. Così, per dire la propria non è necessario tentare di ricordare nozioni di diritto, economia o letteratura. Insomma, in qualche modo i dopocena hanno un che di democratico.

6) Dopocena non vuol dire che non si mangia. Non si cena, ma qualcosa da mangiare deve esserci eccome (non impegnativa, preferibilmente senza che sia previsto l'uso di posate). Se i bicchieri sono tanti da assicurare a ogni ospite almeno un cambio, è meglio. Da bere vino, il necessario per qualche cocktail, analcolici diversi. D'estate indispensabile la frutta, tagliata.

7) La conclusione non molto prima della mezzanotte e non molto dopo l'una. Gli intimi possono trattenersi un po' più a lungo, ma gli altri ospiti facciano attenzione a non perdere il momento buono per i saluti: è sempre spiacevole per i padroni di casa essere costretti a simulare un malore per potersene finalmente andare a letto.

 

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