Rivolgersi in lettera a un Duca.
Come ci si rivolge in lettera a un nobile?
Risposta
Quando si scrive per ragioni di lavoro bisogna ricordare che la Repubblica "non riconosce" i titoli nobiliari, quindi un nobile che sia, tanto per dire, Ambasciatore o Prefetto, non dovrebbe farsi chiamare "Duca" (piuttosto che "Conte").
Ciò premesso, ecco quale potrebbe essere la scritta sulla busta e nel "piedino", in basso a sinistra.
N.H.
Duca Girolamo FRINGUELLINI DI VATTELAPPESCA
Via del Castello, 85
00178 NOBILOPOLI
Occorrono però alcuni chiarimenti. N.H. (che sta per nobiluomo) e N.D. (che sta per nobildonna) stanno sparendo, tuttavia se il destinatario della lettera è un nobile ma non ha un titolo, andrebbero messi. I principi e i duchi, in Italia hanno il titolo di "Don", che è ereditario e andrebbe anteposto al nome.
Don Girolamo FRINGUELLINI
Duca di Vattelapesca
Via del Castello, 85
00178 NOBILOPOLI
Se proprio si vuol essere estremamente cortesi e chi riceve la lettera ci tiene molto si può indirizzare la lettera senza il nome (visto che è solo lui; ma va detto che non lo fa nessuno).
Duca di Vattelapesca
Via del Castello, 85
00178 NOBILOPOLI
Se il destinatario della lettera è capofamiglia il nome di battesimo viene omesso, quindi.
Duca FRINGUELLINI
Via del Castello, 85
00178 NOBILOPOLI
Nel corpo della lettera scrivere "Signor Duca" è sbagliato. Bisogna scrivere "Gentile Duca" o "Caro Duca" se si ha un minimo di familiarità. Però oggigiorno i nobili svolgono perlopiù una occupazione qualsiasi (dottori, avvocati, o quel che vi pare). Se si scrive per motivi di lavoro, magari all’indirizzo dello studio professionale del destinatario, meglio fare riferimento al titolo accademico o professionale.
Avv. Girolamo FRINGUELLINI
Via del Borgo Bello, 85
00178 NOBILOPOLI
Sulla busta, specie se la lettera è originata da un invito o da altra ragione mondana il "titolo" (nobiliare o accademico) assume un rilievo maggiore (una fantastica collega anni fa ce ne convinse consigliandoci di parlare con gli addetti alla segreteria, quelli che le buste le aprono; sosteneva fossero i primi a "vantarsi" dei titoli del loro dante causa...). Insomma, se "dentro" (sul piedino) può essere omesso, fuori proprio non va dimenticato.
Del resto, non di rado perfino sul citofono (finché ci sono stati gli elenchi del telefono, anche lì), chi porta un nome impegnativo ma comune, per distinguersi dagli omonimi premette al nome il titolo. Non è di gran gusto, ma tant'è.