IL RISPETTO E LA DIVERSITA'
25/11/2002
Il vino a tavola, il velo, il rispetto delle differenze religiose.
IL FOGLIO DI UN MESE FA (23 OTTOBRE). Lettere al direttore. "Era il 9 marzo del 1999 quando l'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro tenne al Quirinale un pranzo in onore del Presidente iraniano Mohammed Khatami. Non ci fu brindisi d'onore. Anzi, il vino non c'era per nulla sui tavoli, accondiscendendo alla condizione posta dall'ospite. Lo stesso Khatami da lunedì sarà in visita in Spagna. Re Juan Carlos e consorte, alla proposta di non far servire vino alla cena di gala, l'hanno semplicemente annullata. Bella lezione, civiltà non significa condiscendenza". (Firma). Risposta. "Il cerimoniale a volte dice di più di qualunque saggio o discorso. E' il custode della dignità istituzionale, là dove essa resiste".
Il presidente iraniano, Mohamed Khatami, è ripartito il 2 Novembre dalla Spagna, dopo una visita di quattro giorni segnata dalle polemiche sul "protocollo dell'Islam" (no alla presenza femminile agli incontri ufficiali e vietate le bevande alcoliche a tavola. Kathami, peraltro non ha stretto alcuna mano di donna, Regina Sofia in testa). Non c'è molto da fare, in questi casi. Gli Iraniani, se proprio li si vuole incontrare, bisogna fare come garba a loro. Sennò, amici come prima (ove lo si fosse stati, amici ... ), ma ciascuno a casa sua.
E' giusto o è sbagliato? Ovvero, è' giusto o è sbagliato parlare con gli Iraniani? E' giusto, naturalmente. La Ministro degli Esteri spagnola Ana Palacio, nel precisare di non sentirsi ne' offesa ne' disprezzata dall'atteggiamento degli Iraniani, ha aggiunto: "Si tratta di una questione che per me non presenta nessun problema. Trattandosi dell'incontro di due culture, e' naturale adeguarsi. Quando vedo l'Imperatrice del Giappone la tratto secondo il loro protocollo, e non c'e' niente di strano". Ora, è vero che secondo molti il Corano non proibisce assolutamente agli uomini di stringere la mano alle donne ("impure" nel periodo della mestruazione), né impone a queste ultime il velo, ma la cosa ha, in fondo, poca importanza. Se si vuol parlare con qualcuno, infatti, ci pare poco produttivo cominciare con l'insegnargli cosa esattamente a nostro parere dica la sua religione, no?
Lo ripetiamo: non c'è molto da fare, in questi casi. Ma a Madrid quel poco l'hanno fatto: la abituale cena di gala (tutto il mondo è paese, in cose così; c'è sempre una cena di gala durante una visita di Stato) è stata sostituita da un ricevimento, per evitare ogni QuiproQuo(eQua) sulla consumazione di vino o altre bevande alcoliche sul tavolo, cosa vietata in Iran dalla rivoluzione del 1979. Inoltre, Khatami ha ricevuto solo le strette di mano assolutamente necessarie - il consiglio comunale di Madrid ha deciso che solo il sindaco, José Maria Alvarez del Manzano, dovesse tendere la mano all'Ayatollah - mentre le poche donne che ha incontrato (la titolare degli Esteri Ana Palacio e il presidente della Camera Luisa Fernanda Rudi) sono rimaste in sua presenza a capo scoperto.
Così, gli Spagnoli hanno parlato con gli Iraniani. Ma seppure attentamente, con garbo, senza litigare, il loro punto di vista lo hanno fatto presente. Questo non pare aver nuociuto al dialogo, ma ha segnalato la diversità di opinioni, e il desiderio di sottolinearle. Il relativismo culturale, applicato all'etichetta, dubitiamo possa dare buoni frutti, anche se chiamare il Cerimoniale "custode della dignità istituzionale", forse, è un po' troppo ...